UNIONE SPORTIVA PISTOIESE 1921

ORGANIGRAMMA

CARICHENOME E COGNOME
AMMINISTRATORE UNICO US PISTOIESE 1921 SSD ARLMatilda Jace
  
SEGRETARIO GENERALEManuele Mazzoncini
COMMERCIALISTAD.re Antonio Gammieri
CONSULENTE DEL LAVORO 
UFFICIO STAMPAFrancesco Bocchini
COMMERCIALE E MARKETINGGiuliana Russo
RESPONSABILE SETTORE GIOVANILEFilippo Baragli
SEGRETARIO SETTORE GIOVANILESilvano Gualandi
CARICHENOME E COGNOME
ALLENATOREGabriele Parigi
ALLENATORE IN SECONDARiccardo Durante
TEAM MANAGERManuele Mazzoncini
COLLABORATORE TECNICOAlessandro Giori
PREPARATORE PORTIERIPaolo Galardi
MEDICOGianluca Taliani
RESPONSABILE MAGAZZINOMassimiliano Sperduto
MAGAZZINIERIJean Simon Calipari e Leonardo Ferranti
CUSTODISaverio De Stefano e Lorenzo Tesi
Unione Sportiva Pistoiese 1921

DOCUMENTI

LA NOSTRA STORIA

L’Unione Sportiva Pistoiese 1921 è la squadra di calcio della città di Pistoia. Fondata il 21 Aprile 1921 con il nome di Unione Sportiva Pistoiese, la Società è stata rifondata due volte: nel 1988, assumendo il nome di A.C Pistoiese, e nel 2009, quando riassunse il nome originario ed attuale: U.S Pistoiese 1921.

La squadra disputa le partite casalinghe nello Stadio Comunale di Pistoia intitolato a Marcello Melani.

I PRIMI ANNI

Fin dagli albori della sua vita, la società arancione, fondata il 21 aprile 1921, si caratterizza per la vocazione di stampo europeo, essendo la città storicamente un crocevia dei cammini storico – religiosi da e per le aree geografiche del Vecchio Continente. Non è un caso che tra i protagonisti della nascita del calcio arancione troviamo gli ungheresi Árpád Hajós e János Nehadoma, con la maglia ispirata a quella dell’Olanda, che al pari della città di Pistoia vanta una forte vocazione Floro Vivaistica. Nel 1927 la Pistoiese vinse Coppa Arpinati. Vinse alcuni campionati minori fino ad approdare alla Divisione Nazionale nel 1928. Tra il 1929 e il 1936 partecipò al campionato cadetto sfiorando un paio di volte la massima serie, mentre il periodo tra il 1937 e il 1977 fu invece caratterizzato da una serie di saliscendi tra la Serie C, la Serie D, il campionato di Promozione, la IV Serie e una breve parentesi in Serie B subito dopo la seconda guerra mondiale, dove ottenne comunque un terzo posto.

La Pistoiese gioca l’ultimo campionato prebellico nel 39-40. L’attività agonistica riprese nel 1945 quando un gruppo di appassionati rifondò l’Unione Sportiva Pistoiese, che fu ammessa al campionato di Serie C Centro Sud Girone A.

Nel 1946 dopo una turbolenta stagione la Pistoiese fu promossa al campionato cadetto.

Dal 1946 al 1956/57 la squadra disputa campionati altalenanti tra le varie serie fino a quando Vannino Vannucci nel 1956-57 sale alla presidenza e la Pistoiese diventa la regina del mercato con una spesa di ben 100 milioni di lire.

Nel campionato 58-59 la Pistoiese per 21 partite consecutive non conosce sconfitte, con 36 punti e 45 reti segnate. Emblematica è la partita con l’Empoli, diretto concorrente per la promozione. Gli arancioni vincono 6-0. Il bilancio finale è entusiasmante: 77 reti messe a segno e 24 reti subite. Così la squadra dopo 8 anni riguadagna la serie C.

Negli anni 60 la squadra milita per dieci stagioni consecutive ininterrottamente in serie C.

IL “FARAONE” MARCELLO MELANI E LA SERIE A

Agli inizi degli anni 70 pur proponendo un ottimo calcio la squadra non riesce a ritornare in serie C. La svolta arriva quando il Presidente Oriano Ducceschi decide di abbandonare. Dopo una breve transizione gli subentra Marcello Melani, che lascia l’altra sua squadra, l’Unione Valdinievole per concentrare tutti i suoi sforzi sulla Pistoiese, promettendo in cinque anni la serie A.

Ed è subito Serie C. Vestono l’arancione giocatori come Palilla, Quadri, Brio, Gattelli, Volpato, ma il presidente ancora non è soddisfatto dei risultati raggiunti. E così nasce l’era dei Borgo, Di Chiara, Picella, Dalle Vedove e il portierone Lido Vieri. La Pistoiese con Bruno Bolchi in panchina stravince il campionato di serie C del 76-77, e torna nella serie cadetta dopo 29 anni di assenza. Dopo una stagione difficile, e la salvezza strappata solo nelle ultime battute del torneo, la squadra del 78-79 è la mina vagante del torneo cadetto, e fino alle ultime giornate tiene in apprensione Monza e Pescara in lotta per la terza piazza. “Ogni promessa è un debito” e il primo giugno 1980 la Pistoiese, pareggiando con il Lecce è matematicamente promossa in Serie A. In sei stagioni, una in più di quanto promesso da Melani in una affollata assemblea al Cinema Lux. Il blasonato “Faraone” che molti consideravano, almeno all’inizio, un visionario, aveva infatti portato a termine il suo programma tra lo stupore e l’ammirazione degli addetti ai lavori. Uno dei giocatori simbolo di quegli anni fu Mario Frustalupi, che con Giorgio Rognoni formava un duo di centrocampo fortissimo.

La Pistoiese aveva già giocato in Divisione Nazionale (corrispondente all’attuale serie A) nel Campionato 1928-1929, arrivando dodicesima nel girone B della massima serie. La squadra arancione, ormai ribattezzata l’Olandesina disputò il suo primo e solo campionato di Serie A a girone unico nella stagione 1980-81. Dopo un buon avvio, che la portò fino ad un provvisorio sesto posto, il campionato si concluse con la retrocessione in Serie B. Si ebbero in ogni caso alcune soddisfazioni, come il clamoroso successo al Comunale di Firenze contro la Fiorentina di capitan Antognoni per 2-1, con retri di Badiani e Rognoni.

IL SODALIZIO CON VANNUCCI PIANTE

Negli anni 80 la squadra milita tra i campionati di Serie B e di Serie C, fino al 1988, quando non è iscritta al campionato di serie C2 ed è costretta a ripartire dai dilettanti, assumendo il nome A.C. Pistoiese, con alla presidenza il mitico Mario Frustalupi. Inizia da lì una nuova scalata che nel 1994 si conclude con la conquista della Serie B sotto la presidenza di Roberto Maltinti. Sono gli anni in cui inizia uno dei più fortunati sodalizi tra una società di calcio ed uno sponsor: sulle maglie della Pistoiese campeggerà il nome “Vannucci Piante”, grazie all’intuizione di Maltinti e l’opera del direttore marketing Andrea Bonechi. In B la squadra resta un solo anno, ma bastano tre stagioni per ritornare di nuovo tra i cadetti nel 1999/0 con il presidente Luciano Bozzi. La squadra, successivamente presieduta da Tommaso Bozzi, disputa due ottimi campionati, ma al termine del terzo retrocede in C1.

GLI ULTIMI ANNI DELLA A.C. PISTOIESE

Buone gestioni imprenditoriali e le disponibilità finanziarie della dirigenza arancione fanno sì che la squadra possa disputare senza patemi interessanti stagioni in serie C1 sotto la presidenza di Anselmo e Maurizio Fagni. C’è però un pericolo in agguato, infatti al termine della stagione 2008-9 sotto la presidenza di Massimiliano Braccialini, dopo la retrocessione in C2 si verica la mancata iscrizione al campionato da parte di un imprenditore bolognese, Roberto Bortolotti, che aveva acquisito il pacchetto di maggioranza, al termine di una Estate da incubo per la Pistoiese, che per la seconda volta nella sua storia rischia di sparire.

La gestione Holding - Ferrari

IL RITORNO DELLA U.S. PISTOIESE 1921

Si ricomincia il 23 agosto 2009 con un pool di pistoiesi e nuove insegne che però hanno il sapore di antico: la società assume il nome di Unione Sportiva Pistoiese 1921, quello che per due volte ha calcato i campi della massima categoria nazionale. La nuova società, inizialmente presieduta dal sindaco Renzo Berti, è ammessa a partecipare in soprannumero al Campionato Regionale Dilettanti di Eccellenza Toscana per la stagione 2009/10. Si tratta della sesta categoria della scala del calcio nazionale, il livello più basso mai toccato dal sodalizio arancione nella sua storie. Dello staff organizzativo della vecchia società restano solo il segretario generale Rolando Mazzoncini e il responsabile dell’ufficio stampa, Stefano Baccelli. Si adotta un nuovo stemma, rettangolare, che richiama gli anni d’oro della Us, anche se del tutto originale, in forma rettangolare, mai comparso prima sulle maglie arancioni, ma ispirato alle “Collezioni Panini” degli anni d’oro della presidenza Melani. Sulle maglie torna anche il “Micco”, simbolo della città di Pistoia. La divisa ufficiale è “vintage”, del tutto simile a quella che fu indossata dai calciatori arancioni nell’anno della promozione in serie A. Al vertice del sodalizio subentra poi il Capo Gabinetto del Sindaco, Fabio Fondatori e la società conta sulla Holding Arancione, presieduta dal dottore commercialista, Andrea Bonechi, già dirigente in momenti importanti all’epoca della presidenza Maltinti. Tra i protagonisti del nuovo inizioc’è Vannino Vannucci, che conferma con grandissimo senso di responsabilità la sponsorizzazione anche al nascente sodalizio. Queste persone si incaricano anche di riportare entusiasmo, non rinunciando ai richiami al blasone, in una piazza profondamente delusa e disorientata dalle ultime vicende. La squadra costruita di sana pianta ed in pochissimo tempo, disputa un ottimo campionato, ma non coglie la promozione. Nella stagione regolare, infatti, la Pistoiese non ha la strada spianata come tutti auspicano, ma termina la stagione regolare al secondo posto dietro l’imprendibile Pianese. La squadra, inizialmente affidata a Oliviero Di Stefano, cui subentra Brunero Bianconi, vince i Play Off del girone, ma è eliminata nella fase nazionale dagli abruzzesi del Mosciano, che sbancano il “Melani” in una gara drammatica, con anche degli strascichi nella stagione successiva, poiché ci fu una pesantissima squalifica del campo in seguito alle contestazioni subite dal direttore di gara, Alessio Leone di Salerno.

L’ERA ORAZIO FERRARI

Il Dott. Orazio Ferrari, architetto e imprenditore di Pistoia, è l’attuale Presidente della società US Pistoiese 1921. Già membro della Holding Arancione, Ferrari ha maturato importanti esperienze nel mondo del calcio, in particolare ha vinto alcuni campionati in serie con la sua “creatura”, il Pistoia Club, guidandola dalla Terza Categoria alla “Promozione”, conquistata al termine della stagione 2009/2010. In anni passati, lo stesso Ferrari fu protagonista per una stagione in serie C1, nelle vesti di Direttore di Gestione dell’AC Pistoiese, che stava attraversando un momento difficilissimo; qui Ferrari si dimostrò eccellente “traghettatore” visto che, di lì a poco, sotto la presidenza di Luciano Bozzi, la Società sarebbe approdata in serie B. Ferrari subentra a Fondatori alla presidenza della Us Pistoiese 1921 nella stagione 2010/11, quando la squadra milita nel campionato regionale di Eccellenza Toscana.

 

Nella stagione 2010/11, Ferrari, che per il mercato si affida al dt Federico Bargagna, costruisce quella che fin da subito fu definita da lui stesso una “corazzata”, e chiamò a guidarla il tecnico pistoiese Riccardo Agostiniani, più volte vincitore di campionati nei dilettanti, che proprio l’anno prima aveva ottenuto la promozione proprio con il Pistoia Club di Orazio Ferrari. Nonostante la squadra fosse costretta a disputare le prime cinque giornate in campo neutro, a causa della già accennata squalifica del “Melani” per i “fatti” dell’anno precedente, gli arancioni dominano il campionato e lo vincono con largo anticipo, lasciando alle sue spalle Massese e Pisa Sporting Club, che furono le ultime ad arrendersi. Capocannoniere della squadra fu il centravanti Stefano Stefanelli, autore di 19 reti.

Nel 2011-12 si costruisce una formazione che parte con i galloni della favorita in serie D, con la riconferma in panchina di Riccardo Agostiniani. Alla fine però la squadra non riesce ad andare oltre il settimo posto finale, addirittura dopo una rimonta nel girone di ritorno e dopo essere precipitata fino all’ultimo posto in classifica. La svolta fu l’assunzione del direttore generale Paolo Giovannini che, arrivando a stagione in corso, cambiò radicalmente l’organico e chiamò in panchina l’esperto tecnico Paolo Indiani al posto dell’ex juventino Alessandro Birindelli, a sua volta subentrato ad Agostiniani. A fine stagione Giovannini e Indiani lasciano la Pistoiese accettando le proposte del Pontedera in Lega Pro Seconda Divisione.

Nella stagione successiva, 2012-13 il presidente Orazio Ferrari, fa scelte radicali rinnovando completamente l’organico, lo staff tecnico e quello dirigenziale. Affida la squadra ad un allenatore emergente, Leonardo Gabbanini, di soli 32 anni, quasi il più giovane in assoluto della storia della Pistoiese. Con il dt Federico Bargagna e il consulente di mercato Filippo Giraldi, è allestita una formazione molto interessante, infarcita di giovani quote provenienti dai settori giovanili di società prestigiose e giocatori di categoria superiore in cerca di riscatto. L’obiettivo è quello di un immediato ritorno tra i professionisti. La squadra però, dopo un girone di andata promettente, crolla alla riapertura del mercato di gennaio, nonostante importanti innesti. Quando la stagione pare essere anonima, il presidente Ferrari, su indicazione di Federico Bargagna, decide di esonerare Gabbanini e di affidarsi ad un tecnico navigato, da qualche anno inattivo per sua scelta: Massimo Morgia. Con il tecnico romano alla guida, la squadra rinasce, vince tutte le gare in casa, spesso anche in trasferta, e chiude al quinto posto in graduatoria, conquistando miracolosamente i play off, trionfando in quelli del girone e vincendo sui terreni della Massese e del Pro Piacenza, che si erano classificate al secondo e terzo posto. La Pistoiese esce di scena nella fase nazionale, dopo la sconfitta immeritata sul terreno del Santhià, ma nel frattempo Morgia annuncia che a Pistoia gli è tornata la voglia di allenare e tanti giocatori dichiarano il loro desiderio di restare in maglia arancione. 

Su queste basi inizia la stagione 2013-14. Sono confermati l’allenatore Massimo Morgia e tutto il suo staff. L’ossatura della squadra resta intatta, con pochi e azzeccati innesti. Tra i confermati c’è Carlo Bigoni che, trasformato da centrocampista offensivo a prima punta, mette a segno 23 reti. La squadra domina il campionato e con tre giornate di anticipo riconquista il professionismo, come promesso dal presidente Orazio Ferrari fin dal suo avvento. Al ritorno da Piancastagnaio, dove capitan Gambadori e compagni pareggiano per 2-2, con l’aritmetica promozione, il 13 aprile 2014 gli arancioni “sbarcano” trionfalmente sulla centralissima “Sala” in cui si svolge una festa memorabile e dove la città si sente liberata da un incubo durato cinque lunghi anni.

Riconquistato il professionismo il presidente Orazio Ferrari, affiancato da figlio Marco, che successivamente diverrà Direttore Generale, decide per una nuova rivoluzione, dato che in virtù della riforma dei campionati sparisce la Lega Pro Seconda Divisione e nasce la Lega Pro Unica, terza categoria nazionale, con tre gironi e 60 squadre, immediatamente sotto la serie B. Per affrontare il doppio salto viene ingaggiato per la stagione 2014/15 un manager di primo livello e molto navigato, Nelso Ricci, un uomo vincente, che ha portato il Siena dalla serie C alla serie A e il Livorno in Europa. In panchina siede un tecnico emergente, il livornese Cristiano Lucarelli, alla seconda esperienza su una panchina professionista dopo quella positiva alla guida del Viareggio. La squadra è totalmente nuova, con l’unica conferma del secondo portiere, il giovanissimo polacco Michal Olczak. L’obbiettivo è il mantenimento della categoria e gettare le basi per una ulteriore crescita. La squadra disputa un ottimo girone di andata, stazionando costantemente nelle prime posizioni. Una serie improvvisa di sconfitte, anche molto pesanti, fanno precipitare la squadra nelle zone basse di classifica e seppure a malincuore la società è costretta a esonerare Cristiano Lucarelli. Al suo posto è chiamato Stefano Sottili, un tecnico esperto e molto quotato, che risolleva la situazione cogliendo il mantenimento della categoria, anche evitando i playout. 

La stagione 2015/16 è quella del consolidamento. La società è sana, i bilanci perfettamente a posto e le prospettive tecniche incoraggianti, avendo ottimi giocatori giovani e di prospettiva sotto contratto. Uno di questi, Nicola Falasco, è ceduto alla Roma per una cifra importante. La squadra è affidata ad un tecnico emergente, Massimiliano Alvini, che partito da categorie bassissime aveva scalato tutte le gerarchie e conquistato con il Tuttocuoio di Ponte a Egola la promozione in Lega Pro e la sua permanenza tra i professionisti. Si punta di nuovo sulla linea verde, con ottime individualità e con giocatori provenienti da società di primissima fascia. Nonostante la passione e la dedizione del tecnico e l’assunzione a Gennaio di un giocatore importante come Corrado Colombo, non arriva il salto di qualità e la squadra staziona costantemente poco sopra la zona playout. A quattro giornate dalla fine la società decide pur a malincuore di esonerare Alvini, al quale subentra Valerio Bertotto, ex bandiera dell’Udinese e alla prima stagione in una squadra di club, dopo le esperienze come selezionatore della Nazionale di Lega Pro. Con Bertotto alla guida la squadra ottiene tre vittorie su quattro ed evita la lotteria dei playout.

Si arriva così alla stagione 2016-17 con la Pistoiese affidata a Gian Marco Remondina, tecnico esperto e reduce da una grande stagione alla guida della Carrarese. Al nuovo allenatore è affidata una squadra di buona cifra tecnica, anche se giovane, con il confermato trentasettenne capitan Colombo, che si accolla il ruolo di giocatore guida ed uomo immagine. Mister Remondina conferma la sua fama di tecnico che punta al gioco di qualità. La Pistoiese sviluppa un ottimo calcio, ma spesso per ingenuità, sfortuna o errori individuali perde tanti punti per strada. Per tutto l’arco della stagione resta sempre fuori dalla zona playoff, ma anche da quella dei playout. Alla vigilia della gara interna contro la capolista Alessandria e con la squadra decimata dagli infortuni, la società decide di esonerare Remondina, per sostituirlo con Gianluca Atzori. Con il nuovo tecnico la squadra pareggia all’esordio, batte la Cremonese (che vincerà il campionato), vince in trasferta a Renate, ottiene la salvezza con quattro giornate di anticipo, ma non coglie i playoff.

Si consolida anche la struttura societaria, con l’inserimento di Gabriele Terreri, che assume il ruolo di responsabile della comunicazione. Sempre in tale ottica nasce la Us Pistoiese 1921 Academy, che permette di avvicinare i bambini ai colori arancioni per approcciarsi al gioco del calcio ma, più in generale, allo sport e al divertimento. Inoltre sempre in questa ottica si tengono numerosi incontri nelle Scuole pistoiesi cui si rendono disponibili i giocatori della Prima Squadra, che partecipano a turno, in maniera regolare e costante. Un impegno enorme, anche sul piano organizzativo, perchè la società vuole investire sul futuro. Nel frattempo, grazie alla volontà di alcuni imprenditori pistoiesi e al loro desiderio di far crescere sul vessillo arancione il calcio “in rosa” nasce la Calcio Femminile Pistoiese 2016 . Il direttore generale Marco Ferrari sposa in pieno il progetto e si creano così le condizioni per l’affiliazione della società femminile con il sodalizio maschile, che in virtù di tale accordo parteciperà al campionato Regionale di serie C, mantenendo la categoria e mettendo in evidenza alcune calciatrici interessanti, in particolare la bomber Menchetti, che in stagione mette a segno oltre 20 reti. La nuova società porterà poi ai nastri di partenza anche una formazione che partecipa al campionato Giovanissime con lusinghieri risultati. 

Si arriva così alla stagione 2017/18. La società punta al senso di appartenenza e vara uno staff tecnico interamente formato da persone che hanno già militato nella Pistoiese: il responsabile tecnico della Prima Squadra è Paolo Indiani, il suo vice è Luca Fiasconi, collaboratore tecnico, Alberto Nardi, preparatore atletico il confermato Giovanni Saracini; preparatore dei portieri, Massimo Gazzoli. La carica di direttore sportivo è affidata a Lorenzo Vitale, che però è costretto a lasciare dopo solo un mese per motivi personali. E così registra un altro ritorno: Federico Bargagna, cui è attribuito il ruolo di direttore dell’area tecnica. In questa stagione si registra anche l’avvento di una nuova figura dirigenziale, il club manager, che si occupa dei rapporti con le istituzioni, gli sponsor e la tifoseria e anche in questo caso si tratta di un ritorno: Fabio Fondatori, che fu il presidente del sodalizio nell’anno della rinascita del 2009. Per quanto riguarda la Prima Squadra si punta su un mix di giovani e anziani, che si distinguano per la serietà professionale e l’attaccamento ai colori.

Sono questi i presupposti, per affrontare la nuova stagione, con rinnovati stimoli, grande fiducia ed entusiasmo. Ciò non trova però riscontri positivi sul campo. L’avvio della stagione, complice un’Estate del pallone travagliata, inizia in ritardo. La squadra comincia male. Dopo solo sei giornate di campionato ed otto gare ufficiali, ottiene una vittoria e un pareggio, ma perde sei volte, la metà delle quali in casa. La Società, a malincuore, decide di esonerare il pur bravo mister Indiani, che probabilmente paga anche per la pesante sconfitta nei playoff subita nella stagione precedente e mai digerita dalla piazza. Al posto del tecnico di Certaldo, è chiamato Antonino Asta, che cerca di portare il suo credo calcistico e la sua caparbietà. L’ex bandiera del Torino, diversamente dal predecessore, parte bene, impattando al debutto interno, cogliendo due pareggi esterni e soprattutto vincendo in casa con il Piacenza, secondo in classifica. La tifoseria è tutta dalla sua parte. Pare essere l’uomo della provvidenza, ma quattro sconfitte consecutive deprimono di nuovo l’ambiente. Ci saranno poi risultati altalenanti, spesso deludenti, ma anche vittorie di prestigio come quella per 3-2 a Siena in doppia rimonta. Alla fine la squadra anche stavolta si salva senza passare dai playout e diversamente da quanto comunemente si creda, senza il vantaggio delle penalizzazioni, dato che si mette alle spalle due contendenti (come il numero delle squadre destinate per regolamento ai playout), Gozzano e Albissola, oltre alle società penalizzate (Lucchese e Cuneo) ed al radiato Pro Piacenza.

VERSO IL CENTENARIO

Sventato il pericolo la Società, anche in vista del Centenario del 2021, con il benestare e il sostegno della Holding Arancione, decide di voltare pagina. Non ci saranno le conferme di Pinzani e Bargagna, che hanno offerto un sostanzioso apporto professionale, ma pagano per la deludente annata. Per la Stagione 2019/20 arriva il nuovo direttore sportivo, Giovanni Dolci, un nome di grandissimo prestigio per la categoria, già protagonista di una promozione con il Como e di stagioni ad alta quota al Siena, oltre ad esperienze in ruoli differenti, alla Juventus ed al Real Madrid. La ricostruzione cui è chiamato Dolci, è quasi totale. Per la casella allenatore viene scelto un nome importante, ovvero colui che risulta essere il tecnico più titolato, da calciatore, nella storia della Pistoiese: Giuseppe Pancaro che, con gli scarpini ai piedi, ha vinto quattro coppe internazionali, cinque nazionali e due scudetti, oltre ad aver vestito 19 volte la maglia Nazionale A. Pancaro è affiancato nel suo lavoro dal fedelissimo vice, Vitale Tammaro, dal preparatore dei portieri, Enzo Maurizio Biato e dal preparatore atletico, Eduardo Pizzarelli, unico dello staff sopravvissuto dalla precedente stagione. Da questi punti strategici parte la costruzione della squadra, che nelle intenzioni dovrà essere tosta, di elevata cifra tecnica ed estremamente motivata. Solo cinque calciatori della stagione precedente riescono nell’impresa di essere conferma ti, mentre venti sono i nuovi.

 

I presupposti e i programmi si confermano nello svolgimento della stagione: prima che la pandemia Covid-19 bloccasse il campionato, la squadra lottava per la conquista di un posto nei playoff. Una difesa esperta ed arcigna e tanti giovani di belle speranze, un gioco arioso e notevoli doti agonistiche, sono riusciti a riportare entusiasmo e fiducia, in vista del Centenario della Società, che andrà in scena nel 2021.